Il Cibo come “Terapia” Corso intensivo di Nutrizione Bioenergetica

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La Nutrizione Bioenergetica

Nel corso della propria vita, una persona media, mangia circa 30 tonnellate di cibi solidi, (il peso di un elefante adulto) corrispondenti a circa 78.840 pasti (con spuntini vari arriviamo a 105.120 pasti).

Per mangiare, (considerando circa 30 minuti a pasto) impieghiamo circa 6 anni della nostra esistenza!

L’argomento dell’alimentazione è senza dubbio il più importante per la salute dell’uomo in generale. Ippocrate infatti, già 2.500 anni fa, sosteneva: “cura con i veleni ma guarisci con i cibi”.  Oggigiorno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente pubblicato il risultato di un sondaggio svolto sulle principali cause dell’alterazione della salute in tutto il mondo. Il risultato sconcertante vede come responsabili di tutte le malattie per l’otto per cento l’acqua che beviamo, per il 22 per cento l’aria che respiriamo e per il 70 per cento il cibo che mangiamo!

Dovrebbe essere un dato che fa riflettere parecchio sul fatto che la nostra salute diventa sempre più cagionevole. Il cibo è di una complessità eccezionalmente elevata, che è inversamente proporzionale alla disarmante semplicità con cui, più volte al giorno, lo portiamo dentro di noi. E’ un complesso sistema composto da migliaia di elementi, gran parte dei quali tuttora ignoti a livello scientifico. In aggiunta, il cibo può contenere additivi, residui di pesticidi, di farmaci usati nelle fattorie di produzione, d’inquinanti ambientali (come piombo e arsenico), di sostanze tossiche prodotte dalla cottura, di contaminanti microbici ed infine, di sostanze intenzionalmente introdotte (coloranti, conservanti, esaltatori del gusto). Gli effetti di queste sostanze, singolarmente o in sinergia tra loro, sull’organismo umano sono ancora poco chiari, nonostante i continui studi di eminenti scienziati, ma sicuramente non sono positivi.

Tutti noi conosciamo l’importanza che riveste il nostro intestino in tutti i processi metabolici e quanto il suo corretto funzionamento sia una condizione basilare per una vita sana, equilibrata sia fisicamente che energeticamente. Ma lo rispettiamo il nostro intestino? Sempre Ippocrate allora affermava: “che il cibo sia la tua medicina, la tua medicina il cibo”.

 

Vediamo allora che cosa s’intende per Nutrizione.

La nutrizione è l’insieme di tutti i processi biologici che consentono, o che condizionano, la sopravvivenza, la crescita, lo sviluppo e l’integrità di un organismo vivente, sulla base della disponibilità di energia dei nutrienti del cibo ad esso più appropriato, considerate le sue caratteristiche genetiche evolutive. Esiste un rapporto definito tra la costituzione fisica d’un animale ed il suo alimento preferito (food supply). L’alimento al quale un organismo è normalmente e costituzionalmente adatto è proprio l’alimento che servirà nel modo migliore i più elevati interessi biologici, fisiologici, psicologici ed energetici di quell’ organismo, sia esso animale o essere umano. Più l’uomo si allontana dalle norme che la Natura gli ha fornito, nelle sue abitudini alimentari, più la sua salute ed il suo equilibrio psicofisico ne risulteranno alterati. D’altronde, se vogliamo osservare la struttura genetica dei nostri denti, come esempio di evoluzione della specie, siamo in grado di comprendere l’esatto rapporto della quantità e qualità degli alimenti che dovremmo mangiare quotidianamente. Siamo infatti dotati di 20 molari e premolari per triturare semi, legumi e cereali, di 8 incisivi per tagliare la fibra di frutta e verdura e solo di 4 canini per strappare la carne. L’uomo, tre le specie animali che popolano la nostra terra è classificato come frugivoro, e cioè di un organismo animale che dovrebbe cibarsi di frutta, bacche e semi.

 

Che cosa si intende invece per Alimentazione

È considerata come il momento pratico della nutrizione e corrisponde all’azione di procurarsi i nutrienti, ed alle trasformazioni metaboliche che avvengono nell’organismo. In biologia, e medicina, i termini “nutrizione” e “alimentazione” corrispondono a differenti aspetti, con implicazioni cliniche, terapeutiche, biochimiche molto differenti.

Noi siamo quello che mangiamo! In 3 – 4 mesi tutto il nostro sangue è completamente rinnovato con cellule nuove, entro poco più di un anno, tutti i tessuti, le ossa e persino lo smalto dei denti, sono completamente ricostruiti. Si, ma con quali materiali? Con i nutrienti degli alimenti che introduciamo nel nostro corpo quotidianamente! Giorno dopo giorno il cibo diventa il nostro corpo, quindi, se mangiamo cibo di ottima qualità il nostro organismo si ricostruirà con materiali di ottima qualità, Se invece mangiamo cibo scadente il nostro corpo ricostruirà se stesso con materiale di pari valore!

Ancora sempre Ippocrate ribadiva: “ il cibo vivo crea la vita, il cibo morto porta alla morte”.

 

Che cosa si intende invece per Nutrizione Bioenergetica.

È un concetto che affonda le sue radici nell’Antica Medicina Tradizionale Cinese, molto rivalutato ai giorni nostri, vista la scarsa qualità degli alimenti di cui ci nutriamo. La Nutrizione Bioenergetica prende in considerazione i cibi, non solo per il contenuto intrinseco dei nutrienti ma bensì in base alla proprie caratteristiche energetiche peculiari per ogni tipologia di cibo. In pratica si può definire “Lo studio delle caratteristiche non solo organolettiche ma anche nutrizionali, emozionali ed energetiche del cibo”.

 

Cosa  sono la Nutrigenomica e la Nutrigenetica.

Nutrigenetica: L’alimentazione, abbiamo affermato, è fondamentale per diversi aspetti della nostra vita e ha notevoli risvolti psicologici e socio-culturali. Recenti tecnologie di biologia molecolare hanno mostrato una correlazione tra cibo e DNA. Queste nuove scienze hanno rivelato che le persone rispondono in modo molto diverso agli stessi alimenti e si è visto che i cibi possono addirittura modificare il nostro DNA e l’espressione di alcuni geni. Lucrezio, già nell’antica Roma, affermava: “quello che per un individuo è cibo, può essere per un altro veleno”. Quindi, la scienza che studia i rapporti tra il patrimonio genetico, il genoma, e la variabilità interindividuale ai cibi è la Nutrigenetica (anche chiamata “genetica nutrizionale”), mentre la disciplina che si occupa di studiare correlazioni tra alimenti e modifiche del DNA è la Nutrigenomica (anche chiamata genomica nutrizionale), in pratica, “la corretta alimentazione secondo la nostra propria costituzione genetica”.

La Nutrigenomica ha rivalutato la scienza antica dimostrando che ogni individuo ha una precisa e singolare biochimica interna che regola il proprio metabolismo in base al messaggio genetico, pertanto demolisce la cultura “meccanica” della dietologia moderna che quantifica e classifica il cibo puramente secondo il valore proteico o come calcolo di calorie.

Ogni costituzione possiede delle proprie caratteristiche peculiari che la differenziano dagli altri individui e non è quindi possibile che le persone si possano alimentare con gli stessi cibi senza avere reazioni metaboliche diverse o persino avverse.

 

La Nutrizione Bioenergetica ha lo scopo di studiare e capire il ruolo e l’effetto dei nutrienti e di altri componenti della dieta correlati alle predisposizioni delle varie costituzioni che compongono il genere umano al fine di evitare errori nel metabolismo dei vari cibi. Per far questo bisogna conoscere la caratterizzazione dei nutrienti, la fisiologia e la biochimica del loro metabolismo, dei loro effetti e del loro ruolo nell’omeostasi.

Io personalmente aggiungo che bisogna anche conoscere il valore Bioenergetico di ogni alimento e le conseguenze che la sua ingestione comporta sull’equilibrio energetico di ogni singolo individuo per poter consigliare il giusto stile di vita e provare a comporre e consigliare una dieta che sia veramente e singolarmente “personalizzata” e non genericamente consigliata a tutti come consigliano le riviste femminili. Non si può solo pesare il cibo in grammi ma bisogna conoscerne gli effetti che provoca una volta introdotto nell’organismo. La Nutrizione Bioenergetica quindi è la scienza che studia le caratteristiche del cibo secondo la sua energia e la capacità di interagire con i vari organi ed apparati. Questa scienza comprende nella sua complessità anche la Nutrigenomica, la Nutraceutica e la Macrobiotica e secondo questa disciplina scientifica, i cibi vengono classificati secondo la polarità, il sapore, il colore, la natura, il tropismo, la consistenza, l’azione, la conservazione, la temperatura e la cozione. Vediamo ora questi aspetti in dettaglio.

 

Il concetto di Nutrizione Bioenergetica prende spunto dall’Antica Medicina Tradizionale Cinese che da sempre è legata al concetto di energia in tutte le sue forme manifestate quindi, diamo un’occhiata a questo secolare concetto.

L’Antica Medicina Tradizionale Cinese si basa sulla teoria dei cinque elementi presenti in natura e, parlando dell’uomo, sulle cinque sostanze fondamentali che costituiscono il corpo umano e che si integrano, modulandosi e mediando tra loro, per il perfetto funzionamento dell’organismo. I costituenti della materia vivente sono determinati geneticamente secondo il sistema quinario (dei 5 elementi) e sono i fluidi corporei come il Sangue ed il Muco, ai quali si aggiungono le tre energie chiamate Jing (l’energia vitale originale), Shen (lo spirito) e Qi (energia utilizzabile). In particolare il Jing è la potenzialità energetica di ogni alimento ed entra a far parte dell’individuo che lo ha assunto, infondendo in esso l’energia vitale che gli deriva dalla terra, dall’acqua e dal sole che lo hanno fatto crescere. L’energia del cibo interagisce con l’energia individuale, modificandola.  Cioè, tutto ciò che mangiamo non solo diventa il nostro corpo futuro ma modifica la nostra capacità di utilizzare l’energia disponibile.

Secondo la Medicina Cinese l’alimentazione ha una sola finalità che è quella di nutrire l’organismo ma possiede due potenzialità. La prima è quella di togliere la salute mentre la seconda è quella di ripristinarla. Su queste due potenzialità si fonda tutto il pensiero dietologico cinese.

Quindi in oriente pensano che la prima potenzialità, cioè il primo effetto che può avere l’ingestione del cibo nell’organismo, è quello di togliere la salute e quindi portare l’individuo verso la malattia. Nell’antica Cina il ruolo del medico non era quello di far guarire dalle malattie, come invece succede da noi in occidente; il suo compito era quello di fare prevenzione, di consigliare al cliente lo stile di vita, e quindi anche l’alimentazione appropriata, secondo le caratteristiche fisiche ereditarie ed energetiche di ogni individuo. Il medico quindi veniva pagato regolarmente come consulente della salute e nel momento in cui la persona si ammalava veniva subito sospeso lo stipendio al curatore perché non aveva dato i giusti consigli per mantenere la salute e quindi era intervenuta la malattia. Del resto la radice etimologica della parola “malattia” deriva dal verbo latino “agere” ed in questo caso “male agere” che possiamo tradurre in “atto fatto male” “mal atto” quindi “malato” e “malattia”. Ma chi ha agito male? Noi stessi! Noi abbiamo sbagliato qualcosa nel nostro stile di vita e quindi, avendo alterato la nostra omeostasi, abbiamo permesso il sopraggiungere della malattia.

La seconda potenzialità del cibo è, di conseguenza, quella di ripristinare la salute. In ogni caso e di qualunque malattia si tratti, il cibo giusto rappresenta la prima medicina, affiancata come aiuto dalle erbe officinali per velocizzare il processo di riparazione del danno subito. La corretta alimentazione, con le esatte caratteristiche non solo organolettiche del cibo ma con anche le giuste peculiarità energetiche, secondo ogni costituzione umana, è il primo passo per mantenere la salute.

Secondo la visione olistica propria del pensiero cinese, sia il corpo, che la psiche si nutrono della stessa energia e pertanto non c’è alcuna separazione tra malattie fisiche e malattie mentali. Sono entrambe frutto di squilibri energetici.

Qualunque azione terapeutica esercitata sul corpo influenza inevitabilmente anche la mente e viceversa; per questo la medicina cinese viene applicata nella cura di tutte le patologie sia somatiche che psichiatriche ed ogni volta che c’è un’alterazione energetica dell’equilibrio Yin-Yang, si devono scegliere gli alimenti adatti  per contribuire al ripristino dell’armonia generale.

Vediamo più in dettaglio quali sono gli argomenti della Nutrizione Bioenergetica.

Abbiamo detto che il cibo non è composto solo di proteine o lipidi o idrati di carbonio e nemmeno possiamo classificarlo solamente secondo la propria capacità di sviluppare calorie. La Nutrizione Bioenergetica suddivide il cibo in categorie energetiche e la prima grande caratteristica di ogni cibo è la POLARITA’.

La POLARITÀ, cioè la possibilità di avere caratteristiche YIN oppure YANG in base a dove nasce l’alimento, in che clima si sviluppa, a che latitudine, se ha una forma allungata o tozza, se di dimensione grande o piccola, se cresce verso l’alto o allargandosi sul terreno o cresce sotto terra, se contiene molta acqua o è asciutta. In caso di animali si può parlare di Yin o Yang secondo l’elemento in cui vivono, in cielo, sulla terra o in acqua, se sono selvatici o addomesticati, se sono carnivori o erbivori, se sono grandi o piccoli e così via. Insomma tutte le caratteristiche visive che contraddistinguono la forma del cibo che introduciamo.

Poi c’è la NATURA del cibo (si intende la Natura Termica degli alimenti) che è la capacità di un alimento di agire sul dinamismo energetico dell’individuo o, detta all’occidentale, sul metabolismo organico e può essere FREDDA, FRESCA, NEUTRA, TIEPIDA e CALDA.

Il SAPORE è molto importante (assieme all’ODORE) e può essere Agro, Amaro, Dolce, Salato e Piccante; ai quali si aggiungono due sapori accessori come acre e insipido. Il sapore YANG ha la capacità di indurre l’energia a velocizzarsi, ad esteriorizzarsi ed a salire verso l’alto (azione centrifuga), quello YIN ha la capacità di indurre movimenti opposti: rallentamento, interiorizzazione, abbassamento (azione centripeta).

Il COLORE di un alimento stimola la loggia energetica ed i visceri od organi ad esso accoppiati.

L’AZIONE dei cibi è l’effetto materiale che questi producono nei vari apparati dell’organismo.

Il TROPISMO invece è la capacità di un alimento di fare in modo che le sue caratteristiche energetiche si dirigano verso un organo o un viscere e verso il basso o verso l’alto. Tropismo di un alimento vuol dire anche assimilare le caratteristiche dell’animale o del vegetale che si mangia.

La CONSISTENZA consiste nella compattezza (morbidezza o durezza) degli alimenti.

La TEMPERATURA del cibo può far dilatare o restringere i visceri.

La CONSERVAZIONE sotto sale o aceto o olio modifica la natura dei cibi quindi la loro azione, il loro colore, ecc…

La COZIONE in fine è la vera alchimia della trasformazione del cibo con la cottura e quindi la sua modifica a livello energetico.

Naturalmente l’argomento è molto più vasto e dettagliato ma la precedente catalogazione degli alimenti dovrebbe essere servita per capire quanto è complesso il sistema metabolico di assorbimento del cibo e quanto questo possa essere importante per la nostra salute.

Non si può nemmeno pensare di consigliare un regime alimentare depurativo o drenante o energizzante o un’alimentazione appropriata senza tener conto delle caratteristiche energetiche del cibo e senza conoscere la costituzione della persona che lo dovrà consumare e le sue reazioni personali con il suo vissuto e l’eventuale disturbo che lo assilla.

Non si può pensare di redigere un corretto protocollo alimentare o una dieta senza rispettare la caratteristica tipologica del soggetto ed il suo gruppo sanguigno. Un’alimentazione sbagliata può compromettere l’equilibrio omeostatico in una certa costituzione umana e può provocare l’insorgenza di complicazioni, dolori o patologie. Molti errori alimentari vengono commessi proprio quando le caratteristiche soggettive sono disarmoniche rispetto ai cibi che vengono assunti. Se un essere vivente si allontana dalle sue vere esigenze nutrizionali costituzionali perde la sua armonia con la natura e tenderà a sviluppare decadenza, malattia, degenerazione, ecc… È chiaro quindi che un argomento di tale importanza debba esser interpretato in modo “olistico”, studiando gli alimenti sotto tutti gli aspetti e secondo l’interpretazione che la Medicina Tradizionale Cinese attribuisce loro. E’ compito del terapeuta o personal trainer far si che la conoscenza della Nutrizione Bioenergetica possa essere usata come medicina, dosata e calibrata esattamente per quel dato individuo nel momento in cui maggiormente gli serve.

A cura di Eros Zannoni, Naturopata Olistico, esperto in Nutrizione Bioenergetica

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